Turdilli


Questi dolci tipici, che si preparano in occasione del Natale, vengono chiamati con nomi diversi a seconda delle zone della Calabria: crustuli, turdilli, cannariculi ... A Cosenza si chiamano "turdiddri" - e voglio precisare che la pronuncia di questa "ddri" finale non è quella che si può desumere letteralmente, è un suono che si ottiene battendo la lingua dietro agli incisivi superiori e stringendo i denti, insomma non si riesce a spiegare a parole :-). Anche le ricette sono diverse, c'è chi li prepara con il mosto cotto, chi con il vino bianco oppure col vermouth, con il lievito, con le uova... ogni famiglia ha una sua ricetta tramandata da generazioni, ciò che le accomuna è il fatto che questi dolci siano sostanzialmente degli gnocchi di pasta al vino, fritti e poi passati nel miele d'api o in quello di fichi. E che nelle dosi degli ingredienti ci sia quasi sempre la fatidica frase "farina quanta se ne prende". Aaaargh!!!! Ma siccome questa è una cosa che ho sempre detestato, grazie alla mia mamma ho messo a punto delle dosi precise per 1 Kg di farina e oramai vado tranquilla, riescono sempre allo stesso modo. Ogni anno però è una lotta con mio marito, lui vorrebbe che ogni turdillo fosse grande quasi quanto una brioche, dice che a casa sua si usava così; suo papà si dilettava in cucina e io ho dovuto fare prove e controprove per arrivare ad un risultato di impasto che somigliasse a quello di mio suocero (che purtroppo non c'è più e non mi può dare consigli), ma se faccio i pezzi troppo grandi poi non riesco a friggerli bene, e allora ogni anno siamo alle solite: domanda mia - "Come sono venuti?"; risposta sua - "Sì, sono buoni, però ... devi farli più grandi". Pazienza, prima o poi se ne farà una ragione... forse ...

Turdilli

Ingredienti
1 kg di farina
400 ml di vino moscato
250 ml di olio (*)
un pizzico di sale
una presa di cannella
olio per friggere
per la copertura:
400 ml di miele (io di castagno)
due cucchiai rasi di zucchero
due cucchiai di acqua

(*) utilizzare un buon extravergine delicato o, in alternativa, olio di semi di girasole

Raccogliere in una pentola il vino, l'olio, il sale e la cannella e portare a bollore.


Allontanare dal fuoco e versare la farina in un solo colpo. Mescolare dapprima con un mestolo; appena la temperatura dell'impasto lo consentirà, continuare ad amalgamare con le mani.


Trasferire l'impasto sul piano di lavoro ed impastare energicamente fino a quando la pasta risulterà perfettamente liscia.


Prelevare delle porzioni di impasto e stenderle a formare dei filoni, che andranno poi tagliati a tocchetti e passati su un rigagnocchi (io faccio molta attenzione a non formare un incavo troppo profondo, perché la consistenza cambia completamente).


Riscaldare abbondante olio in una padella e calare i turdilli: è importante che l'olio sia ben caldo (altrimenti i turdilli si spappoleranno perché assorbiranno subito altro olio) e non riempire troppo la padella (meglio friggere pochi pezzi per volta lasciando lo spazio per poterli rigirare agevolmente). Quando saranno ben dorati, sgocciolarli su carta assorbente e attendere che si raffreddino bene. Con una corretta frittura risulteranno croccanti all'esterno e morbidi all'interno, quasi cremosi.


Il giorno dopo versare il miele in una padella insieme all'acqua e allo zucchero e porre sul fuoco, mescolando. Appena inizierà a schiumare spegnere il fuoco e mettere i turdilli rigirandoli da tutti i lati, il tempo necessario affinché il miele aderisca bene. 


Trasferirli man mano su un vassoio, preferibilmente in un solo strato, altrimenti si attaccheranno l'uno con l'altro. In questa fase infatti il miele risulterà caramellato. Prima di spostarli, attendere che la copertura si asciughi. Devono "riposare" almeno 24 ore, per dare il tempo al miele di ammorbidirsi ed essere parzialmente assorbito. Si conservano per parecchi giorni, in un contenitore con coperchio.


Commenti

  1. Oh mamma mia ma quanto sono golosi buoni e fantastici :-)))))))))) Ihihihi troppo divertente la farina quanta se ne prende, anche io non sopporto le dosi a caso!!!!!!!

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  2. Adorabili, amica mia.. adoro queste ricette di tradizione. Mi piace conoscere usanze e consuetudini delle regioni d'Italia. Un abbraccione grande grande. :*

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  3. Davvero deliziosi. Carissima Mariagrazia, ha preparato un dolce molto laborioso, ma di certo superbuono!!! Caspita adoro tutte queste prelibatezze natalizie delle altre regioni. Quelle fritte poi... ne mangerei una dopo l'altra. Complimenti per la riuscita del piatto e il duro lavoro. Un bacio.

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  4. io non li conoscevo..ma mi sa che sono una vera prelibatezza!
    bacioni cara

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  5. Pensa che io li ho fatti stamattina e li pubblico domani, mi hai letto nel pensiero, grazie per aver partecipato, hai spiegato bene il suono della retroflessa ddr, non so mai come scrivere le parole dialettali! Un bacio la inserisco subito

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  6. "ddri" a meno che non si è siciliani o calabresi risulta difficile da pronunciare nel modo corretto :-)

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  7. Li ho fatti anche io, con la ricetta di mia nonna, di base sono molto simili, ma sembrano quasi due cose diverse, e tra l'altro i miei sono venuti diversi da quelli di mia nonna!!! adoro le ricette tradizionali, sono a dir poco sorprendenti!!! ti mando un bacio! http://www.incucinaconmeg.com/2012/12/turdilli-con-miele-caramellato-e.html

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  8. Non li conoscevo, Maria Grazia, devono essere squisiti! Segno subito la ricetta, grazie! :D Complimenti e un abbraccio, buon weekend :)

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  9. Non conoscevo questi dolcetti devono essere squisiti mamma mia che gola!!
    Complimenti , approfitto per augurarti Buon Natale e felice 2013 !
    un abbraccio!!

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  10. hanno un aspetto delizioso, proprio non conoscevo questa ricetta, un abbraccio SILVIA

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  11. non ti so dare un consiglio su come fargli più grandi per me vanno bene cosi sono magnifici, averne

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  12. E se al posto del vino metto il vermouth bianco?

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    1. Ciao. So che molti lo usano, io non lo preferisco perché è più dolce e anche più alcolico, ma per la ricetta in questione va bene ugualmente, cambierà l'aroma e diventeranno un po' più croccanti :)

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